ILLUMINAZIONE ... VENDESI
Ultimo aggiornamento Mercoledì 21 Settembre 2016 16:19 | | Stampa | | E-mail
Questo articolo tratta di un tipo di manipolazione molto diffusa, utilizzata in parte in modo istintivo da alcuni, ma anche, grazie a pianificazione studiata, da individui che sentono il bisogno – per egoismo, brama di potere, lucro, volontà di prevaricazione, e tante altre ignobili pulsioni – di sottomettere il prossimo alla propria volontà. Non esiste, ovviamente, una linea
netta di demarcazione tra la naturale influenza che ognuno può avere nei
confronti del prossimo, e la manipolazione premeditata,
ma è certo che esistano situazioni limite che possono essere definite
sicuramente manipolazione. La prova del
reato sta sia negli intenti, che nel risultato. Se capisci che ogni volta
che una certa persona ti rivolge la parola – per quanto amichevole e cordiale
possa essere questa parola – poi salutandoti si porta via qualcosa di tuo nelle
sue tasche, allora ciò significa che hai a che fare con un furfante
manipolatore. Il suo caro saluto, il suo
sorriso, le sue chiacchiere, non sono altro che un mero strumento per carpire
qualcosa da te. Io
non sono uno psicologo, non porto statistiche né dati cosiddetti “scientifici”,
ma scrivo qualcosa che deriva, prima di tutto, da mie esperienze dirette: per
questo ci tengo a pubblicare queste considerazioni. Sono un tipo abituato ad
analizzare nel minimo dettaglio ciò che mi accade e mi circonda, e per questo
utilizzo una facoltà dell’uomo che in molti chiamano: Mente. Sono fiero di
questa mia facoltà, così come sono fiero di possedere un altro aspetto,
anch’esso direi molto comune nell’uomo: il Cuore! Mente, Cuore… sono solo
parole, che descrivono però concetti importantissimi. Il Cuore è importante. La
Mente è importante… siamo fatti così! In questi ultimi tempi, è forte la
“spinta verso l’Alto” da parte di molti. Sembra che i tempi
stiano cambiando… e che Dio ci aiuti in questo lavoro, perché sia sempre più
grande il coraggio di sconfiggere la paura, di guardare oltre la nebbia del
potere, della manipolazione di massa, alla ricerca del Sole che un giorno ci
darà la Libertà. Stiamo finalmente ascoltando il nostro intuito, e il sottile
messaggio della profondità che è in noi, al cui confronto la vita materiale che
siamo costretti a condurre, appare misera e piatta. Dobbiamo sempre fare
qualcosa e abbiamo obblighi il cui vero perché, se vogliamo analizzare a fondo
la questione, sembra risiedere proprio nel dominio che altri si ostinano ad
imporre su di noi. Siamo dominati dal “Grande Potere”,
rappresentato da istituzioni ingiuste, da un Governo impazzito, da uno Stato in
sgretolamento. Ma siamo anche dominati
da noi stessi, perché ci continuiamo a fregare a vicenda, ad ingannare,
manipolare, derubare. Purtroppo l’egoismo prende quasi sempre il
sopravvento, ed ecco che nei rapporti umani si ripetono all’infinito i mali di
sempre. Nello
specifico, la manipolazione di cui
vorrei parlare in questo articolo, è quella utilizzata come arma da un certo
“particolare” tipo di venditori. Non sono i venditori classici, che
lavorano come commessi in un negozio, o che suonano alla tua porta con il
“Folletto” (aspirapolvere) in mano. Questi venditori hanno un potere di
manipolazione, tutto sommato, abbastanza limitato ed evidente, perché il loro
intento è dichiarato a priori. I venditori del tipo più pericoloso sono
piuttosto quelli che compaiono
all’improvviso nella tua vita, magari via Facebook, preceduti da un’aura di
novità e apparente simpatia “virtuale” che difficilmente non farà breccia nelle
tue difese. Qualche
messaggio, una domanda, quattro risposte, un paio di “Mi piace”, ed ecco fatto
miei cari Amici, la fascinazione programmata ha già prodotto il suo effetto. Tra un “Ciao Caro”, e un “Abbracci e Baci”,
vi ritrovate clienti di qualcuno senza che vi siate accorti di niente. O
peggio ancora, siete le vittime di truffatori in perfetto stile Vanna Marchi
& Co. Queste persone esistono amici… e credere di esserne immuni è
un’illusione che potremmo stare già ora pagando molto cara! E adesso vengo finalmente al cuore
del messaggio che vorrei trasmettere. La ragione per cui ho parlato di Cuore, è
che un campo dove la manipolazione trova oggi grande applicazione, è proprio
quello delle pratiche per la crescita interiore e la guarigione spirituale.
E se è vero che l’attrazione verso i mondi sottili è una forza potentissima che
permette di esplorare, conoscere e salire presumibilmente sempre più in Alto,
dobbiamo però ricordarci che viviamo
sulla Terra, e sulla Terra i nostri piedi devono rimanere, altrimenti rischiamo
di volare via insieme al vento e agli eventi, perdendo la Connessione più
importante: quella con la nostra Volontà. I venditori di spiritualità non
vogliono il nostro Cuore, quello è, e rimarrà (per fortuna),
sempre nostro. I venditori di spiritualità arrivano da fuori, e fuori restano,
ma agendo con strumenti di natura energetica, psicologica e tramite tecniche
manipolative del linguaggio, rischiano di determinare in noi grossi danni,
interrompendo il nostro vero e più profondo percorso interiore. Loro vogliono solo il nostro valore
materiale, ovvero il nostro denaro o il nostro servizio
gratuito, e per ottenere ciò, lavorano
in modo scientifico per offuscare la nostra Mente. E bada bene amico mio,
con certe persone avrai sempre l’illusione di essere stato tu ad offrire, tu a
decidere di partecipare ai seminari, alle sedute energetiche, ecc … Ma si
tratta di una languida nebbia in cui ti hanno immerso attraverso la magia della
fascinazione, ovvero la capacità di far
sì che ai tuoi occhi essi, essi stessi (i venditori), appaiano come amici
salvatori, guru più unici che rari, l’occasione per te di crescere
interiormente, trovare finalmente la felicità. Tu non ti accorgi o fai finta di non
accorgerti, che di fronte a certe domande, o a certe considerazioni, costoro si
comportano in modo sfuggevole, arrogante e perfino vagamente violento;
non ti accorgi che quando qualcuno si avvicina alla fortificazione dogmatica
che si sono costruiti intorno, reagiscono tacitando l’ignaro ribelle, con
evidente eccessiva durezza, con il solo intento di mantenere la propria
immagine intatta, agli occhi degli altri clienti-discepoli riuniti in cerchio.
Questo significa essersi fatti rubare il senso critico: tu smetti di giudicare,
perché giudicare non è proprio di chi vive nelle “alte sfere” o ambisce ad
esse… dove si vibra a più elevate frequenze. Ricomincia, allora, ad osservare amico mio, giudica il tuo guru, non è
un peccato… e chiediti se non possa trattarsi semplicemente di un qualsiasi,
sebbene scaltro, squallido venditore di illusioni! Nelle
cerchie dei sedicenti discepoli di questi sedicenti maestri spirituali, si
possono ritrovare persone perfino felici di aver perso il lavoro (perché questo
magari faceva parte della “terapia”); felici di pagare tanti soldi per terapie
energetiche inutili o addirittura dannose, seppur magari strabilianti (perché
facenti uso di giochetti “magici” d’effetto); felici di bruciare settimane per
regalare il proprio servizio e il proprio tempo, a guru che vivono nelle
comodità e perfino nel lusso. Questi venditori senza scrupoli
mentono sapendo di mentire, pianificano al pc, usano i social, si promuovono –
sempre tra le righe – addirittura come maestri spirituali, sgranando
inverosimili rosari di esperienze mistiche ed energetiche al limite del divino,
lavorano in modo cesellino sui singoli malcapitati, per creare intorno a sé una
cerchia di pseudo-discepoli, per lo più divisi tra loro (o ignari gli uni degli
altri) ma ognuno singolarmente connesso al guru, il cui unico ruolo nel gioco,
è invece quello di essere clienti privi di senso critico, incapaci di
retrocedere, quasi paralizzati di fronte al potente gesto del
mago-guru-venditore. Ma
se un mercatante ti infila nel sacchetto tre mele marce e una buona, il danno è
piccolo, ed è solo materiale. Se invece stavi cercando le risposte alle “grandi
domande”, se cercavi veri amici, se cercavi l’amore perduto nei labirinti della
fredda società, allora rischi grosso,
perché i venditori di spiritualità ti lasceranno intrappolato in una confusione
ancor più perfida, una lucrativa (per loro) ritracciatura del tuo percorso
spirituale, una semplificazione della tua mappa interiore, che viene
inserita nella matrix della loro piccola aziendina familiare, costruita magari
su metodi terapeutici e costrutti teorici, inventati a partire da parole chiave
di moda, lette nei best seller del momento. Ecco
amico mio, come il potere di gestire le
energie sottili, se usato da persone spregiudicate, può determinare grandi
danni in chi si fida. Se vuoi capire che cosa ha inteso fare una persona di
questo tipo che hai incontrato sul tuo cammino, cerca allora di osservare, in
modo obiettivo, quello che costei ha realmente fatto e le conseguenze su di te,
indipendentemente dal fumo che ti sta gettando negli occhi. Non diamo le chiavi della nostra
Mente e del nostro Cuore, a chi cerca di ammaliarci con la “manipolazione”, al
solo scopo di lucrare su di noi per brama di denaro, per
follia, per egoismo… e chissà per quali altri bassi scopi.
Articolo di Mauro Vanzini (Fisicaquantistica.it) |
IL PROFESSORE DI FILOSOFIA
Ultimo aggiornamento Venerdì 16 Settembre 2016 15:40 | | Stampa | | E-mail
Articolo inviato da un caro Fratello, da leggere e "meditare" con molta cura Un professore di
filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di
marmellata vuoto e cominciò a riempirlo con dei sassi, di circa Allora il professore tirò fuori una
scatola piena di piselli, li versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente.
Ovviamente i piselli si infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi. Ancora
una volta il professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi,
ancora una volta, dissero di sì. Allora il professore tirò fuori una
scatola piena di sabbia e la versò dentro il vasetto. Ovviamente la sabbia
riempì ogni altro spazio vuoto lasciato e coprì tutto. Ancora una volta il
professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e, questa volta, essi
risposero di sì, senza dubbio alcuno. Allora il professore tirò fuori, da sotto
la scrivania, 2 lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto,
inzuppando la sabbia. Gli studenti risero. “Ora”, disse il professore non appena
svanirono le risate, “voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la
vostra vita. I sassi sono le cose importanti - la vostra famiglia, i vostri
amici, la vostra salute, i vostri figli - le cose per le quali, se tutto il
resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancoro piena. I piselli sono le altre
cose per voi importanti: come il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto.
La sabbia è tutto il resto....le piccole cose.” “Se mettete dentro il vasetto per prima la
sabbia”, continuò il professore, “non ci sarebbe spazio per i piselli e per i
sassi. Lo stesso vale per la vostra vita. Se dedicate tutto il vostro tempo e
le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi
sono importanti”. “Dedicatevi alle cose che vi rendono
felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite
con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare
l’auto”. “Prendetevi cura dei sassi per prima, le
cose che veramente contano. Fissate le vostre priorità, il resto è solo
sabbia”. Una studentessa, allora, alzò la mano e
chiese al professore cosa rappresentasse la birra. II professore sorrise. “Sono
contento che me l’abbia chiesto. Era giusto per dimostrarvi che non importa
quanto piena possa essere la vostra vita, perché c’è sempre spazio per un paio
di birre.” Un pensiero, per
sorridere, da far girare fra gli amici, fra le persone care, fra coloro che
ricercano. E’ semplice, ma reca un valido messaggio; è spiritoso, ma fa
riflettere, è leggero e discorsivo, ma è utile. A mio parere tra i
sassi, ovvero tra le cose importanti, aggiungerei la ricerca interiore per
incontrare il divino, che alberga nel nostro tempio carneo, sostenendo questo
cammino con la forza della volontà e l’umiltà della fede. Un amichevole
saluto, da Carlo, un viandante sul sentiero.
Testo in corsivo tratto dal libro “Mi cambierebbe 25 minuti” 3° edizione autore Massimo Cardaci Edizioni Lulù.com RICORDO HIROSHIMA
Ultimo aggiornamento Mercoledì 02 Settembre 2020 09:12 | | Stampa | | E-mail
Ricordiamo a tutti i Fratelli e Sorelle ermetisti e a tutti i Visitatori che oggi ricorrono 75 anni dall'esplosione della bomba atomica di Hiroshima. Chiediamo a tutti di rivolgere una preghiera, con il cuore pieno di Amore, in memoria di tutte le vittime che ci furono in quella tragedia. SCHEDA ESOPIANETI
Ultimo aggiornamento Mercoledì 27 Novembre 2019 17:52 | | Stampa | | E-mail
L’uomo ha da sempre visto i cinque pianeti del nostro Sistema Solare: Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno. Esopianeta o pianeta extrasolare è il nome con cui si designano i pianeti che non appartengono al nostro sistema.
Fino alla fine del ‘500 esso coincideva con l’intero Universo. Digges nel 1576 col “A perfit Description of the Caelestiall Orbes” aveva per la prima volta concepito un Universo indefinitamente grande dove le stelle lo popolavano uniformemente. Giordano Bruno nel 1584 si spinse oltre e nel "De l’infinito Universo e Mondi" afferma: "Uno dunque è il cielo, il spacio immenso, il seno, il continente universale, l’eterea regione per la quale il tutto discorre e si muove. Ivi innumerevoli stelle, astri, globi, soli e terre sensibilmente si veggono, ed infiniti raggionevolmente si argumentano". Cartesio elabora una complessa teoria di vortici col quale spiegare le regioni di influenza entro cui si originano le stelle, e nelle quali non vi è ragione alcuna di non supporre la formazione pure di pianeti ed altri corpi minori. La licenza poetica ariostea dell’”Orlando Furioso” popola la Luna di esseri e Keplero fa altrettanto col suo fantascientifico “Sogno”. Voltaire nel Micromega riempie il Sistema Solare di abitanti nani e giganti coi quali si intrattiene il protagonista proveniente da Sirio, prima di imbattersi nei terrestri. Frattanto Herschel, se da un
lato ampliava la famiglia del Sistema Solare scoprendo Urano nel 1781,
dall’altro lato trovava pesanti indizi a sostegno delle parole di Bruno
constatando che la nostra Galassia era una regione smisurata, di forma
allungata, contenente un imprecisato ma enorme numero di stelle paragonabili al
Sole. Nel secolo successivo Galle, Piazzi e tanti altri ampliavano ancora la
famiglia del nostro sistema scoprendo rispettivamente Nettuno e molti corpi
minori, ma l’uomo pur essendosi ormai assuefatto ad accantonare ipotesi
narcisistiche dove il Sistema Solare fosse unico, ancora era impensabile
scoprire pianeti esterni. Era ragionevole supporre al loro esistenza ma fino a pochi anni fa non potevamo osservarli, data l’estrema lontananza. Un ipotetico pianeta, grande quanto la Terra, sulla stella più vicina dopo il Sole, Rigil (a) Centauri, risulterebbe grande quanto una moneta da 1 euro a 70 milioni di km (a metà strada fra noi e il Sole). Per giunta, se di pianeta si tratta, dovrebbe brillare di luce riflessa dalla stella, la quale di conseguenza sarebbe così angolarmente accostata da rendere ancor più ardua l’osservazione. Fatti salvi alcuni falsi allarmi
fra 8 e 900 (il primo segnale rivelatosi poi infondato risale al 1855, un altro
nel 1890 ed ancora negli anni ’50 e ’60), nel 1988 Campbell, Walker e Yang
affermarono di aver scoperto un esopianeta attorno a g Cephei. Essi rimasero cauti nell’asserire la loro scoperta e la comunità scientifica si mostrò sempre molto scettica sull’effettiva individuazione. Solo nel 2003 le migliorate tecniche hanno potuto confermarne l’esistenza. Nel 1991 Lyne, Bailes e Shemar affermarono di aver scoperto un pianeta in orbita attorno ad una pulsar ma poi ritrattarono.
Quella che di fatto viene considerata la prima scoperta risale al 1992 quando Wolszczam e Frail annunciarono la presenza di almeno un paio di pianeti attorno alla pulsar 1257+12. La scoperta fu in breve confermata. La notizia fece un certo scalpore soprattutto perché si pensava che una pulsar non potesse ospitare pianeti, visto che la precedente esplosione di supernova li avrebbe dovuti eliminare. Di recente Ireland, osservando Mira (o) Ceti ed elaborando simulazioni al computer, è giunto alla conclusione che le stelle allo stadio terminale della loro vita si liberano di parte del loro materiale il quale si dispone in un disco attorno alla stella. Se essa ha una compagna (ed i sistemi multipli sono più frequenti dei sistemi isolati) sussistono le condizioni dinamico-gravitazionali perché il materiale espulso vada ad accumularsi in un anello che va a circondare la compagna e dal quale si aggregheranno pianeti. Il sistema planetario di una pulsar si deve considerare quindi come un prodotto di seconda generazione, la cui formazione ha luogo in un contesto ben diverso dal nostro nel quale si crede che i pianeti si siano formati dalla nube primordiale allo stesso tempo in cui si è generata la stella, vale a dire il Sole. Per arrivare alla prima individuazione di un pianeta in orbita attorno ad una stella paragonabile al Sole dobbiamo attendere ancora tre anni, quando, nel 1995, Mayor e Queloz annunciarono di aver scoperto un pianeta attorno alla stella di sequenza principale 51 Pegasi, grazie ai telescopi dell’Osservatorio di Haute-Provence. Nel 2007 conoscevamo già circa 200 esopianeti, oggi abbiamo superato il migliaio e le scoperte proseguono ad un ritmo incalzante anche perché i satelliti in orbita, quali ad esempio Kepler, sfrutta metodi semiautomatici. Ricordando le difficoltà di individuazione, è bene precisare che la scoperta di regola non consiste nella sua diretta osservazione, il primo osservato fu 2M1207b a cui poi se ne sono aggiunti altri, ma nella deduzione in base agli effetti indotti sulla stella progenitrice. Vediamo dunque di analizzare i metodi utilizzati. Recentemente la NASA ha annunciato di aver scoperto, grazie a Kepler, un pianeta appena il 60% più grande della Terra, con una massa di circa 5 volte. E’ un bel risultato, tenendo pure conto che l’oggetto dista 1400 anni luce da noi, bisogna però ricordare che si tratta di una scoperta fatta dalla sonda Kepler, la quale è stata mandata nello spazio proprio per questo. A fronte dei primi clamori però, sembra che gli entusiasmi siano stati raffreddati da ulteriori analisi. Nonostante il volume ridotto deponga a favore di una natura rocciosa non abbiamo la certezza che il pianeta non sia gassoso, un po’ come un Nettuno in miniatura. La zona dove orbita è quella detta di abitabilità perché la distanza dalla stella permetterebbe all’acqua di sussistere allo stato liquido, un requisito fondamentale per ospitare forme di vita almeno come noi le conosciamo. Dalle prime indagini sembra però che l’esopianeta non abbia un campo magnetico. Ciò significa che se aveva un atmosfera gliel’ha progressiva strappata via la stella nel corso dei 6 miliardi di anni e dunque le speranze di poter trovare una qualche forma di vita sembrano svanire. Sempre nel 2015 Kepler aveva studiato anche un’altra stelle: la 432 scoprendo anche intorno ad essa l’oggetto classificato come Kepler432b. Anch’esso è un buon indiziato per essere una sorta di copia della Terra. La Nasa infatti, ogni volta che si scopre un nuovo pianeta dà un parametro, il quale tiene conto di diversi parametri (massa, raggio, velocità di fuga e altro). Più il valore è vicino a 1 più è simile alla Terra. Kepler 452b ha raggiunto il valore 0,82, ma Kepler 432b ha toccato quota 0,88.
Metodi d’individuazione
Astrometria - consiste nel visualizzare una stella e nell’osservarne le variazioni di posizione nel corso del tempo rispetto allo sfondo del cielo. L’influenza gravitazionale di un pianeta causa il movimento attorno al comune centro di massa. Lo spostamento non può essere imputato ad una stella, altrimenti dovrebbe risultare individuabile, bisogna tuttavia riconoscere la difficoltà della tecnica data l’esiguo spostamento angolare a cui vanno soggette le stelle. Velocità radiale - si tratta di applicare l’effetto Doppler. Le variazioni di velocità verso la Terra o in allontanamento possono essere dedotte dal dispiegamento delle linee spettrali della stella genitrice. Finora si tratta del metodo che gode di maggior successo. Pulsar timing - - Le pulsar emettono onde radio con estrema regolarità. Delle lievi anomalie possono essere imputate a periodici allontanamenti e avvicinamenti della stella causati dalla presenza di un pianeta. Naturalmente il metodo consente di individuare solamente i pianeti che orbitano attorno a pulsar. Transito - se un pianeta passa davanti al disco stellare della stella genitrice ne blocca parte della radiazione. Non possiamo vedere il disco nero del pianeta ma l’abbassamento di luce prodotto dal suo interporsi. L’abbassamento di luce dipende dalle dimensioni del pianeta ed in maniera marginale anche dall’inclinazione e distanza dell’orbita rispetto alla linea di vista terrestre. Il metodo, buono in linea di principio, può essere camuffato dalla presenza delle macchie stellari (l’analogo delle macchie solari sulle stelle) che diminuiscono la radiazione superficiale. La periodicità, meglio se di corto periodo, dovrebbe scongiurare questi abbagli. Purtroppo l’inconveniente principale è che sono pochi i pianeti la cui orbita li porti a transitare davanti alla stella. Microlente gravitazionale - la relatività dimostra che un campo gravitazionale deflette la luce. Un corpo si comporta come una lente (gravitazionale), aumentando la luce di una lontana stella che si trova sul prolungamento della linea di vista tra noi ed il pianeta. Quello che osserviamo, in realtà, potrebbe essere anche l’effetto cumulato della stella genitrice e del pianeta, che contribuirebbe in percentuale. Al momento si tratta del fenomeno più elusivo. Allineare tutti i protagonisti della scena in un universo fondamentalmente vuoto è assai improbabile, per cui anche se l’effetto fosse consistente, ben raro sarebbe trovare dei pianeti con questa tecnica. Un progetto, denominato Optical Gravitational Lensing Experiment, portò all’individuazione di 46 candidati ma nessuno fu confermato. Disco circumstellare - I dischi di polvere circondano molte stelle. Essi sono facilmente identificabili tramite un’analisi spettroscopica perché assorbono la radiazione della stella e riemettono nell’infrarosso. Solitamente si tratta di dischi protoplanetari ma talvolta in mezzo possono trovarsi dei pianeti già completamente formati o in via di ulteriore aggregazione di materia.
Sviluppi ulteriori
Assodate le tecniche (indirette) il passo successivo consiste nell’individuare le caratteristiche. I pianeti scoperti finora sono piuttosto massicci, di massa confrontabile a Giove, perché altrimenti gli effetti indotti sulla stella risulterebbero troppo modesti, anche se sembra che le cose si stiano disponendo in maniera diversa. Se finora abbiamo trovato i cugini dei pianeti gassosi, la tecnologia futura, in rapido e continuo progresso, dovrebbe consentirci di vedere anche i consimili della Terra. Tuttavia già ora possiamo fare qualcosa. Abbiamo detto che i pianeti non possono essere individuati, oltre alla distanza, anche a causa dell’estrema vicinanza della stella compagna (sarebbe come vedere una lampadina in mezzo ai riflettori di un campo di calcio). Il coronografo è uno strumento che ha consentito agli astronomi di osservare la debole luminosità coronale del Sole, bloccando la più intensa radiazione fotosferica. L’espediente consisterebbe nel perfezionare un coronografo in modo da bloccare l’intensa luce della stella e permettere l’individuazione di quella debole, riflessa, del pianeta. L’intenzione degli astronomi, e forse di tutti, è trovare i pianeti più simili alla Terra. Oltre all’individuazione di pianeti di tipo roccioso quindi, un altro ambito nel quale gli astronomi stanno impiegando molte risorse, riguarda la presenza e le caratteristiche delle atmosfere. La prima ad essere individuata fu quella dell’esopianeta HD209458b, nel 2001 grazie al telescopio spaziale Hubble. L’analisi rivelò la presenza di sodio anche se in quantità minore rispetto a quella prevista.
Ultime dal settore e le missioni future
Una svolta significativa sembra essersi verificata nel gennaio 2006. Gli astronomi hanno scoperto mediante la tecnica della lente gravitazionale un pianeta di soli 5.5 volte la massa della Terra (OGLE-2005-BLG390b). Si tratta con molta probabilità di un pianeta roccioso, quindi più simile alla Terra di quanto non siano molti altri. Dista 21500 anni luce dalla Terra mentre la distanza approssimativa dalla stella attorno a cui orbita dovrebbe aggirarsi intorno alle 2.6 UA, rendendolo l’esopianeta più freddo fra quelli scoperti. Nel febbraio 2007 sono stati scoperti due pianeti (HD189733b e HD209458b) dei quali si è osservato direttamente lo spettro. I dati del primo astro sono stati raccolti da un gruppo capeggiato da Grillmair dello Spitzer Science Center ma attendono ancora di essere pubblicati. Il secondo esopianeta appartiene al gruppo di quelli che transitano sul disco stellare. Alcuni dei team che l’hanno preso in esame hanno evidenziato nella sua atmosfera la presenza di nubi di silicati e una ragionevole certezza dell’assenza di vapore acqueo che, secondo i nostri modelli biologici, è l’elemento essenziale perché possano svilupparsi forme di vita. Tuttavia secondo i risultati resi noti da Barman e dal gruppo del Lowell Observatory, combinando misurazioni eseguite dall’Hubble Space Telescope con modelli teorici, i dati non escluderebbero la presenza di vapore acqueo nell’atmosfera. Il 25 aprile 2007 sono apparsi due articoli che prendono in esame Gl581c. Si tratta di un pianeta la cui orbita ha un’eccentricità di 0.16 ed un periodo orbitale di 13 giorni. E’ distante circa 20 anni luce e situato nella costellazione della Bilancia. La singolarità di questo pianeta consiste nella massa che potrebbe aggirasi intorno tra 1.5 e 5 volte quella della Terra con dimensioni probabilmente solo una volta e mezzo maggiori (e dunque sicuramente roccioso, almeno per gli standard del Sistema Solare), ad una distanza dalla stella genitrice, una nana rossa, di 0.073 UA, il che farebbe supporre che la temperatura superficiale dovrebbe contenersi fra 0 e 40 oC. La scoperta è stata effettuata con il sistema HARPS (High Accuracy Radial velocity for Planetary Search) dell’ESO installato sul telescopio di 3.6 metri di diametro presso La Silla in Cile. Tra gli scopritori vi è anche Queloz, che nel 1995 scoprì il pianeta attorno a 51 Pegasi. Il pianeta tra l’altro non è solo. Attorno a Gl581 ruotano almeno tre corpi. Anzi, per la verità, il pianeta non è stato individuato direttamente, ma ne sono stati evidenziate le perturbazioni sui compagni. I due restanti di massa rispettivamente 8 e 15 volte quella della Terra appaiono meno ospitali: uno orbita in 5 giorni, troppo vicino alla stella madre, l’altro, in 84 giorni, troppo lontano. Ancora è presto per dire se il pianeta c, oltre alle ottimali condizioni di temperatura, presenti un’atmosfera ed in caso di risposta affermativa, se essa contiene ricche quantità di vapore acqueo (e dunque se fosse appetibile per i nostri standard biologici). Possiamo comunque affermare che ai primi risultati ne seguiranno altri. Siamo sicuri della nostra affermazione per l’interesse che tutta la comunità scientifica sta dedicando al settore e per le parole di Delfosse, uno degli scopritori, che ha dichiarato l’astro come uno dei primi obiettivi delle future missioni che partiranno alla ricerca di vita extraterrestre. Una missione è già partita. Il 27 dicembre scorso è stato lanciato il satellite Corot, la cui sigla (COnvection ROtation and planetary Transit) evidenzia fra gli scopi precipui quello di osservare il transito di pianeti esterni sulle superfici stellari e determinarne quindi le caratteristiche salienti. Corot è un occhio infrarosso di appena 30 cm di apertura, ma ha il vantaggio di osservare da fuori dell’atmosfera, al riparo da tutte le fonti di disturbo. Si tratta di una postazione davvero invidiabile. Inoltre la speciale camera è in grado di rivelare variazioni di luminosità di una parte su centomila, afferma Fridlund, scienziato progettista della missione. Possiamo peraltro affermare che l’uso di sonde dedicate ai cugini della Terra non si esaurisce con Corot. Nel novembre 2008 è stato messo in orbita Kepler, con l’intento precipuo di individuare pianeti extrasolari di dimensioni paragonabili a quelli terrestri e perfino più piccoli! Kepler sfrutta il metodo fotometrico del transito ed analizza alcune migliaia di stelle candidate nella regione del Cigno. Per l’immediato futuro la NASA sta lavorando al progetto TPF (Transit Planetary Finder). Picard sarà impegnato in misure solari ma anche nella caccia agli esopianeti e l’ESA ha già in cantiere Darwin (ben sei satelliti che voleranno in formazione intorno alla Terra). Anche qualora dovessimo trovare un esopianeta ospitale, la tecnologia attuale non ci consentirà di raggiungerlo. Tuttavia l’idea di poterlo vedere ci renderebbe più felici. Abbiamo difatti detto che se ne suppone l’esistenza sulla base delle perturbazioni che induce sui suoi compagni.
Ricerca da Terra
Se solo il potere risolutivo e la luminosità della stella centrale ci impediscono la loro osservazione diretta, la soluzione più ovvia consiste nell’aumentare il potere risolutivo dei telescopi di terra. Saremmo già in grado di realizzare telescopi terrestri da 100 metri (il telescopio avrebbe già un nome: OWL Over Whelmingly Large, che in inglese significa anche gufo). Tra i problemi da affrontare sono i fondi insufficienti. Tuttavia le varie agenzie sono impegnate su più fronti con lo scopo di portare a compimento telescopi di almeno 30 metri di diametro. Un progetto molto ambizioso ma che al momento sembra ben avviato vede impegnata l’ESA nella realizzazione, prevista per il 2017, dell’E-ELT (European-Extremely Large Telescope). Un telescopio di 42 metri di diametro. Con simili mostri si potrebbe sperare anche di vedere monetine da un euro anche sulla superficie del Sole. Il sogno, non troppo nascosto dell’uomo, rimane quello di trovare la nostra cugina, per andarvi un giorno ad abitare, ma come abbiamo detto, la tecnologia attuale non lo consente. Tuttavia non possiamo escludere che una qualche forma di vita abbia potuto attecchire anche là. E se sulla Terra si è sviluppata una civiltà tecnologica, niente ci impedisce di ipotizzare che abbia avuto luogo uno sviluppo analogo altrove. Sarà proprio così? Qualora esistessero molte civiltà, appena più progredite della nostra, perché non siamo invasi da continue visite di alieni, obiettava Fermi. SETI (Search for Extra Terrestrial Intelligence) sta scandagliando dagli anni ‘70 il cielo in attesa di un segnale radio proveniente da una civiltà intelligente, finora senza risultati. Dal canto suo Drake (nel 1962) ha formulato una celebre equazione che tiene conto del numero di stelle in formazione nella Galassia, di quelle che possono ospitare pianeti, del numero di pianeti che godrebbero di condizioni tali per cui la vita possa svilupparsi, della frazione di quelli in cui effettivamente la vita si è sviluppata, della probabilità che l’evoluzione abbia condotto ad una forma di vita intelligente ed al fiorire di una civiltà, della frazione di queste che cercherebbero (al par di noi) di comunicare a distanze interstellari e del tempo in cui una tale civiltà persisterebbe, per derivare il numero di diversi contatti che possiamo sperare di ricevere. I parametri sono molto incerti e fra ipotesi ottimistiche e pessimistiche intercorrono molti ordini di grandezza. Se però consideriamo il numero di stelle presenti ed il fatto che si è sviluppata almeno una civiltà tecnologica, allora possiamo immaginare davvero di non essere soli nell’Universo. Abbiamo dimostrato che il Sistema Solare non è un eccezione, trovare pianeti abitabili ed infine realmente abitati è il passo successivo, ma questa è un’altra storia.
Curiosità
Gli esopianeti sono classificati con una sigla che designa la stella, seguita dalla lettera b (minuscola). Se la stella ospita un sistema con più corpi dopo il primo gli altri prendono le lettere c, d e via dicendo. A rendere più complicate le cose, prima che prendesse piede questa nomenclatura qualche corpo aveva già assunto una propria sigla che non è stata cambiata. Così troviamo PSR1257+12A, B e C. L’IAU per ora ha deciso di non attribuire nomi propri, tratti magari dalla mitologia, anche se ogni tanto, ufficiosamente, qualche pianeta ne ha assunto uno, come HD209458b denominato Osiride e 51Pegasib denominato Bellerofonte. La scoperta di Gl581c non ha prodotto ancora nomi e la scoperta di Kepler 452b è ancora recente per cui non hanno ancora assunto nomi, ma crediamo che qualche ufficioso ma anche affettuoso nomignolo possano meritarselo. Chi ha qualche idea si faccia avanti. CIO' CHE E' IN BASSO E' COME CIO' CHE E' IN ALTO
Ultimo aggiornamento Mercoledì 19 Febbraio 2020 18:09 | | Stampa | | E-mail
Quando farete in modo che due siano uno, e farete si che l'interno sia come l'esterno e l'esterno come l'interno, e l'alto come il basso,
e quando farete del maschio e della femmina una cosa sola, cosicché il maschio non sia più maschio e la femmina non sia più femmina,
e quando metterete un occhio al posto di un occhio e una mano al posto di una mano e un piede al posto di un piede, un immagine al posto di un immagine, allora entrerete.
(Vangelo di Tommaso)
fiat volúntas tua,
sicut in cælo, et in terra. (preghiera del padre nostro)
Quando parliamo di alchimia e di ermetismo, normalmente chi è alle prime armi, pensa che tutto ciò che l’alchimista compie, è atto a cambiare il mondo che chiamiamo esteriore.
Sotto certi punti di vista è vero, infatti parlando in chiave ermetica tutto è al di fuori della consapevolezza, tutto possiamo vedere fuori, tranne l’esisto o l’esistente in noi, se una persona ha praticato correttamente la scienza ermetica questa cosa la comprende bene, chi non la comprende se pratica bene un giorno la capirà. In realtà l’alchimia pratica è atta ad avere una visione corretta dell’esistenza, una visione non appannata dai legacci socio culturali, che ci vengono inculcati fin dalla più tenera età. La pratica dell’alchimista è quella costantemente di sciogliere e coagulare, i punti di frizione della propria personalità, rispetto alla visione pura e totale della realtà fenomenologica universale. E come si compie l’opera alchemica? Semplicemente purificando il più possibile la propria personalità inferiore (l’animale) per far crescere in sé la propria essenza divina, oltre non si può andare perché ognuno deve sperimentarne gli effetti. Ecco perché nella tavola di smeraldo si dice: "ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per fare il miracolo di una cosa sola". Pochi purtroppo hanno capito questa cosa, nessuno ne ha parlato, l’uomo integrale di cui parla il Kremmerz è proprio questo, un essere che ha trasformato il suo sé inferiore, rendendolo specchio del suo sé superiore. I puristi dell'ermetismo nel sentire queste parole si scandalizzeranno sicuramente, “ma no diranno l’alto è il cielo il basso è l’uomo”, non hanno torto, ma purtroppo non hanno ancora visto. C’è un punto nella frase che chiarisce inequivocabilmente il significato della stessa, ed è la preposizione "per" ed il verbo "fare". Infatti se tutte le interpretazioni classiche fossero vere, ciò che è in alto e ciò che è in basso sarebbero un dato di fatto e non un risultato da ottenere, come quel “per fare”, indica. Raise your buy levitra Heightened sexual performance At this time! All monthly payment credit. payday advance loans payday loan online payday loan consolidation |
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