Salvatore Mergé

1899-1965

Salvatore Mergé nasce a Rocca di Papa (Roma) il 16 Giugno 1899.

Attratto dallo studio delle scienze iniziatiche, attraverso la lettura del Commentarium (1910-1911) diviene ideale seguace degli insegnamenti di Giuliano Kremmerz.

A soli 17 anni, nel 1916, partecipa al primo conflitto mondiale, distinguendosi e restando ferito.

La madre, affetta da diabete, era in cura dal Prof. Bonabitacola. Grazie a questa amicizia, nel 1920  il Mergé conosce il Prof. Giovanni Bonabitacola, discepolo del Kremmerz, il quale, a soli 21 anni, lo presenta al Maestro nella località francese di Beausoleil, dove questi si era trasferito dal 1912. Da quell’incontro il fuoco ermetico, covato fin da ragazzo, divampò potentemente.

A proposito dei viaggi a Beausoleil del Mergé, raccontiamo un simpatico aneddoto.

Un giorno il Mergé si reca a Beausoleil, va presso la casa del Maestro Kremmerz e bussa alla porta. Gli viene ad aprire la moglie del Maestro, la sua “Santippe” (moglie dispettosa di Socrate), come la chiamava lui, che alla sua richiesta di vedere il Kremmerz, gli risponde, cosa che faceva spesso con tutti i visitatori, che il Maestro non era in casa. Il Mergé resta interdetto, quando dall'interno della casa sente la voce del Maestro, che, riconosciuto il Mergé, gli dice: “Vieni pure avanti Totò che sono in casa!”....


Socrate e Santippe

 

Quando i tempi furono maturi, il Maestro Kremmerz impose a Salvatore Mergé il nome iniziatico di Elis Eliah, ove le quattro lettere di Elis rappresentavano le prime quattro virtù solari del Cristo. Questa luce, attinta ed irraggiata dalla pratica della Teurgia Ermetica e da quella della Fratellanza Terapeutica di Miriam, permise, nel 1931, la guarigione insperata della nipote Rossana di soli 8 giorni, figlia del fratello Ernesto, ammalatasi gravemente di broncopolmonite e quasi spacciata; ella guarì inspiegabilmente (per la scienza ufficiale) dopo che lo zio, Salvatore Mergé, era rimasto per circa trenta minuti, assieme al Prof. Bonabitacola, nella stanza della bambina.

Dapprima impiegato delle Ferrovie di Stato – cosa che agevolerà i suoi frequenti viaggi tra l'Italia e la Francia – Salvatore Mergé riceve successivamente l'incarico di interprete presso l'Ambasciata italiana a Tokyo, dove rimane dal 1933 al 1944. Qui ha modo di entrare in contatto con le discipline esoteriche orientali, approfondisce lo studio del Buddhismo, dello Shintoismo e dello Yoga, ne conosce i più autorevoli rappresentanti e scambia con loro le sue conoscenze magico-iniziatiche.

Si appassiona anche alla pratica delle Arti Marziali e viene ammesso all'insegnamento diretto dal fondatore dell'Aikido, Morihei Ueshiba. Consegue i più alti gradi in questa disciplina e una volta tornato in Italia, negli anni '50, la introduce anche nel nostro paese.

L'Aikido costituisce infatti un significativo punto di contatto fra la tradizione ermetica dell'Occidente e quella spirituale delle arti marziali orientali.

Dopo l'armistizio dell'8 settembre, viene internato per circa un anno in un campo di concentramento in Giappone. Durante questo periodo, con uno stratagemma, oserei dire mercuriale, da perfetto ermetista, sostituisce la sua cintura dei calzoni con il “cordone rituale” e con l'ausilio della sua preziosissima agendina personale, contenente tutti i suoi rituali, potrà esercitare le sue “pratiche personali”.

          

Le pagine qui sopra riportate sono un estratto di un importante documento appartenente alla nostra scuola: si tratta dell'agendina ermetica di Salvatore Mergé.

Da vero ermetista, Salvatore Mergé scrisse tutte le sue conoscenze ermetiche (riti, fascicoli calendari ecc..) di proprio pugno su un'agendina , come il Kremmerz stesso prescriveva, come obbligo di un ermetista.

Si noti la perfezione della scrittura, che è a dir poco microscopica, in quanto questa agendina misura solamente 6cm. x 10cm.

Questa agenda è stata di suo ausilio anche durante il periodo di prigionia in Giappone, nel periodo storico in cui gli italiani si allearono con gli americani.

Questa agendina venne poi data sul letto di morte da Salvatore Mergé al nipote nonché suo successore da lui designato, Maestro Renato de Angelis.

In quel difficile periodo inizia la sua opera "L’arte di divenire simili agli Dei" nella quale condensa il proprio sapere ermetico e sapienziale. L’opera, edita dalle Edizioni Mediterranee nella collana Manuali Hermes, ha visto la luce grazie al paziente lavoro di ricerca e trascrizione effettuato dal nipote.


 

Fu liberato nel 1944. Alla fine della guerra, si trasferisce per un periodo in America con sua moglie Florence Strunsky, cittadina americana, entrata anche lei nella Schola Myriamica.

Al suo rientro in Italia, riprese subito i contatti con il suo intimo amico e Fr+. Giovanni Bonabitacola, e gli stette accanto fino alla morte avvenuta nel 1945.

 

Nel 1946, vive per qualche tempo a Grottaferrata nella villa assegnatagli, 

IL MAGO E IL BAMBINO


Con un sorriso, Renato De Angelis racconta:

“Se un giorno, ancora ragazzino, ho mosso i primi passi sul sentiero ermetico, lo devo o a mio zio Salvatore Mergé o al destino: ma sospetto che le due cose coincidano.

Ogni tanto mi volto indietro sul “sentiero del tempo” per vedere il cammino percorso e subito, come fiori di loto sull'acqua, riaffiorano i ricordi.

Rammenterò sempre con dolce nostalgia quel giorno in cui zio, sorridendo, mi disse che, simpaticamente ed alla napoletana, il Kremmerz lo chiamava “Totò” ma ciò accadde dopo quel fatidico giorno nel quale ci incontrammo per la prima volta a Grottaferrata ed abbracciandomi a sé mi disse: “Finalmente ti ho trovato!”. 

Al tempo in cui zio venne ad abitare nella casa dove vivevo, ero ancora bambino, e seppur ormai moltissimi anni ci separano da quell'evento, quel giorno è ancora impresso nella mia mente.

Era il periodo di poco successivo alla fine della seconda guerra mondiale. Abitavo con mio nonno paterno e la mia famiglia, in una bella villa situata nella campagna romana, circondata da un ampio parco.

Il viale d'ingresso finiva con una scalinata che conduceva alla porta principale della casa.

Fu proprio su quella scalinata che lo vidi per la prima volta, egli saliva sorridente su per i gradini, mentre il nonno, la mia tata ed altre persone di cui ora non ho più memoria, erano indaffarati ad accoglierlo.

La notizia dell'arrivo di zio ci aveva già messo in agitazione fin dai giorni precedenti, era tanto tempo che la mia famiglia non lo vedeva, essendo stato interprete presso l'ambasciata giapponese a Tokyo per molti anni, ed allora un incarico simile significava inevitabilmente una separazione.

Salì, mi prese tra le braccia, mi diede un bacio e mi sussurrò nell'orecchio: "tu nasci già imparato bambino mio", frase che compresi solo molti anni dopo.

Quel periodo post bellico fu molto duro, ma avere zio e zia per casa davano gioia e felicità a tutti quanti.

"Decimo Dan, Decimo Dan", spesso sentivo zia sorridente rivolgersi a lui con aria canzonatoria, adducendo ai sui trascorsi marziali, in terra giapponese; non so se fu mai effettivamente decimo dan, ma ciò che è certo è che fu colui che portò per primo le arti marziali in Italia, nel lontano 1945.

Una cosa mi incuriosiva di lui: egli solea rinchiudersi in una stanza della casa, a fare pratiche "segrete", che a qualsiasi bambino della mia età avrebbero dato un senso di mistero e di fantasia.

Pian piano la curiosità si impadronì di me, sempre più spesso andavo vicino e quella porta chiusa, silenzioso come un felino, per guardare dal buco della serratura; ma la luce proveniente dalla finestra di fronte non lasciava intravvedere che ombre in movimento e poco più.

Un giorno, mentre ero intento in quella mia attività furtiva, accadde l'inevitabile: la porta si spalancò di colpo e mi trovai di fronte alla soverchiante figura di zio, che con aria severa e intimidatoria mi prese per un orecchio e mi fece entrare nella stanza, chiudendo la porta dietro di sé.

Sono ormai passati più di settant'anni da quel giorno, e da quella stanza non sono più uscito...”. 

Intorno al 1950 fonda la sua schola. Negli ultimi anni della sua vita, Salvatore Mergé approfondisce ulteriormente lo studio delle dottrine esoteriche, in particolare dei classici dell'ermetismo e degli autori contemporanei. Stringe legami con i più importanti membri della schola kremmerziana, i quali hanno di lui la più alta considerazione, per le sue grandi doti spirituali e per le sue rare facoltà terapeutiche.

Gli sono compagni nella ricerca personaggi quali Massimo Scaligero e Giuseppe Tucci, che lo chiama all'ISMEO come insegnante di lingua giapponese. Conosce, tra gli altri, anche Fosco Maraini, noto studioso del mondo orientale. 

 

Per tutta la sua vita, Salvatore Mergé, coltiva anche la pittura, con notevoli risultati. Una sua grande pala d'altare è tutt'ora conservata nella chiesa dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, sulla via Tuscolana. Attraverso quest'arte, egli esprime i più alti valori interiori e spirituali, in una sublimazione alchemica del suo intimo sentire.

               


Nel 1950 si trasferì a Roma, in Corso Trieste, dove il 22 Gennaio 1965 conclude la sua esistenza terrena.

                    

Vedo sul sentiero Renato De Angelis, mi avvicino e con un sorriso mi dice:

“Caro fratello, sappi che ho sempre amato e sempre amerò zio”.

Poi mi mostra una foto del Maestro Kremmerz che ha in mano e con un sussurro mi confida:

“Lo sai che ogni volta che guardo questa foto mi pare udire il Kremmerz salutare zio e dire:

 

Ciao Totò, arrivederci in qualunque luogo e tempo, per l'eternità!”?


Dua-Kheti         

 

(Un fratello ermetista)

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