Mettiamo le cose a posto 

 

Psichisti — Teosofi — Spiritisti ed occultisti 

 

A chi ha buon senso

 

Io non m'illudo che, riepilogando le dottrine occulte in una breve epistola, come le apostoliche dei primi secoli alle primitive chiese, converta alla Ragione della verità i psichici, gli spiritualisti kardekiani, gli spiritisti indipendenti, o di altre chiese, i teosofi e gli stregoni.

Lascio il compito di questa conversione a qualche futuro S. Paolo della scienza dell'anima umana e dell'anima delle cose, e scrivo alla buona, chiudendo il 1898, per scagionare l'occultismo, che sintetizzo nella Scienza sacerdotale dei Magi o magia, da tutte le accuse ingiustificate di cui lo disonorano gli psichici, gli spiritisti e gli altri militi della schiera spiritualista.

Non mi illudo, ripeto, di convertire gli inconvertibili, quantunque io parli la parola serena della scienza e non delle persone e delle sette e delle chiese; però desidero che la gente che ancora conserva libero il giudizio dalle suggestioni delle correnti empiriche, abbiano una risposta semplice ad ogni accusa semplice che vien fatta all'occultismo da persone o ignoranti o falsarii congeniti della verità.

Inutile aggiungere che questa opera che io compio è buona azione — come fu una buona azione la pubblicazione del Mondo Secreto, che, cominciato con lo scopo di parlare a 13 lettori, nell'aprile del 1897, in pochi mesi ha convertito allo spiritualismo scientifico o magico diverse decine di anime titubanti.

Non apporrei la mia firma alla lettera se la consuetudine umana non dichiarasse necessaria la conoscenza del padre putativo di una polemica spiritualista. Dico padre putativo è non autore, perché l'autore è l'inventore e il creatore di una cosa reale, mentre che gli apostoli delle nuove e vecchie forme delle idee vere ed immutabili, stampate a caratteri indelebili nella Luce Eterna, non sono che Padri adottivi delle verità che sono predicati della sapienza inalterabile ed assoluta.

La società umana tiene molto al nome di battesimo, al casato illustre, alla genealogia degli uomini che appaiono e scompaiono dal mondo come tante marionette dal palcoscenico di un teatro meccanico: senza i nomi sarebbe morta ogni vanità e ferita a sangue la fierezza di coloro che vogliono dominare sul proprio simile, o con la fama o con l'autorità dell'origine o con la pompa dei titoli accademici — ma tutti coloro che scrissero o parlarono alle turbe in nome della Scienza o di Idee assolute si limitarono ad essere i soldati umili, gli apostoli e non gli autori delle idee che predicavano.

Chi è l'autore della Bibbia? forse Mosè, forse gli edificatori del secondo tempio? — Chi l'autore del cristianesimo? forse il Gesù di Nazareth? — Chi l'autore dei Dialoghi di Platone? Forse Platone? Chi dell’Iliade e dell’Odissea? forse Omero? — Chi l'autore del Romanzo della Rosa? — Chi l'autore delle verità della Divina Commedia? — quelli che veggono e sanno sono gli artisti delle manifestazioni; il vero ha per suo autore la Sapienza assoluta, cioè la Verità eterna, il cui nome profano, individuo, per le turbe profane è Dio.

Passate dalla religione alla politica.

I filosofi di stato sono la luce dell'anima dei popoli — i politici ne sono la vita.

Mosè, come il Cristo, mirava alla immedesimazione dell’Io delle nazioni con l'Io universale o Dio e le teocrazie non hanno altro fondamento che questo, di fondere religione e stato in un governo unico. Ecco perché la chiesa cristiana si volle chiamar cattolica o universale perché avrebbe dovuto rappresentare il governo intelligente delle masse nell’immedesimazione delle coscienze individuali nella coscienza universale che è il Dio dei profani e la sapienza degli iniziati.

Diviso il potere però, per evoluzione di cose, tra la spada e la mitra, il governo civile dei popoli si sottrasse al potere dei filosofi e dei profeti della verità — ma non per questo non sorsero apostoli e soldati della verità luminosa, che e civiltà, dove la Provvidenza dei Cieli stimò necessario l'apparire di uno spirito chiamato a redimere i popoli dalle tirannie perpetue, conseguenze delle colpe e dell'abrutimento delle famiglie umane.

Quando gli Ebrei uscirono dalla schiavitù dell'Egitto, chi li aveva tratti a salvamento? non disobbedirai mai ad Jehova; non adorerai mai altro Dio, diceva Mosè: però così non opinarono i ribelli, e vollero attribuire la liberazione al Bue Egiziano e adoravano il vitello d'oro. Chi li aveva liberati veramente dalla schiavitù se non il Dio di tutti gli dei?

Nella storia gli autori dei grandi rinnovamenti, delle redenzioni, delle rivoluzioni umanitarie non sono che nomi di idee: Cromwel, Bozzari, Lafayette, Mazzini, sono come Lutero, come Calvino, come Savonarola, come Giordano Bruno personificazione delle verità assolute in relazione alle società ed ai tempi.

Le plebi salutano in ogni nome un autore delle rinnovazioni politiche della Grecia, dell'america del Nord, dell’Inghilterra, dell’Italia; ma la sana filosofia vede in ognuno di essi uno spirito di giustizia che il mondo delle cause incarna in un uomo con la missione di compiere la volontà divina in terra.

L'idea per la libertà dei popoli come il concetto del diritto dell'uomo e della emancipazione della donna dalla servitù nell’uomopadrone, la abolizione della schiavitù, il socialismo di stato o il collettivismo e l'idea rivoluzionaria assurda della eguaglianza dei diritti negli uomini di sviluppo psichico differente non hanno autori: gli apostoli di quelle idee e di quegli ideali di governo non furono, non sono né saranno gli autori di essi: sono e saranno dei buoni o cattivi interpetri delle leggi universali.

In essi parla sempre lo spirito della collettività o Nazione e Dio lo incarna e lo benedice, quando è spirito di verità e di Giustizia e non si pronunzia in alto la parola contro di lui che solo quando lo spirito incarnato con una missione prevarica o la tradisce. Cosi di Napoleone, per non discorrere di più recenti o di contemporanei, la storia dei quali tutti possono imparare o giudicare.

Eccomi adunque padre putativo di questo movimento in Italia, non perché io voglio parere o farmi chiamare autore delle verità, ma perché io non compio altra missione che di rendere chiare le verità assolute che un po’ la malvagità umana, un po’ la goffaggine pretensiosa di certa gente che ragiona coi piedi, un po’ lo spirito di bottega nascondono alla buona fede della gente semplice.

Allo scritto adunque non apporrei la mia firma se non fosse la necessità di determinare la base di una dottrina come la mia pratica, e la filosofia insegna a tutti gli iniziati, che, sparsi nell'Universo, sotto miriadi di forme diverse l’occultano e la perpetuano.

 

I.

I Teosofi e l'Occultismo.

 

I Teosofi, o meglio i membri della Società Teosofica fondata nel 1872 a New York dal colonnello Olcott e dalla Blawatski, combattono l’occultismo occidentale, anteponendogli il sistema orientale, o indiano bramanico.

Se a prima vista pare che dissidio tra gli occultisti orientali e gli occidentali non vi sia, in sostanza una ragione di dissidio vi è, nelle pratiche e nel metodo: non nella sostanza.

Mi spiego.

La parola Teosofia non è indiana è greca. Significa sapienza o scienza di Dio: parola elastica che comprende tutto ciò che è dottrina da illuminato: da S. Paolo al marchese Claudio di S. Martino tutti sono teosofi quelli che hanno esposta la occulta filosofia della Divinità Una e Trina.

Scopo della Società Teosofica pare quello di formare un nucleo di una fratellanza universale della Umanità, senza distinzione di razza, sesso, credo e colore.

Sotto questa prima bandiera tutti potrebbero ascriversi alla società, nel caso specifico non più teosofica ma umanista.

Tutti siamo fratelli e mi sottoscrivo alla lodevole propaganda. Perché il programma della società teosofica spiega esser sua convinzione (della società) che uno studio accurato delle Religioni e delle Filosofie delle epoche passate in confronto con quelle dei tempi nostri rivelerà la base comune su cui si fondano tutte, manifestando nello stesso tempo la verità unica che si nasconde sotto ognuna di essa.

A questo l’occultismo non ha niente da aggiungere. La Verità è una sotto tutti i meridiani e tutti i paralleli. Chi la conosce ha la chiave di tutte le religioni e di tutti i culti. Uno è Dio Universale, uno è l'Uomo e uno è lo spirito di fede. In questi tre mondi di causa, di spirito e di realtà materiale si sintetizza la verità assoluta.

Verso il 1889 questa società, a Parigi, entrò in conflitto col martininismo restaurato, come associazione occultista, dal dott. Gerardo Encausse, più noto sotto il nome di dott. Papus.

Nel Mondo Secreto io ho parlato spesso dei Martinisti e pochissime volte dei membri della società teosofica per la ragione principalissima ed esclusivamente scientifica che segue.

Io non giudico la miscellanea e il glossario teosofico; non pretendo di immischiarmi nella questione che poco mi riguarda della introduzione nel linguaggio teosofico occidentale di tutta la graduazione animica orientale; non desidero di esaminare come l’oriente, occidente e il mezzogiorno vi si trovino mischiati — ma ho creduto ed ho saputo sempre che la lingua nazionale è più dolce e comprensiva di una lingua che sente dei paesi sconosciuti — e che per porgere agli ignoranti la Verità, prima è bene esporgliela nella sua lingua e secondo con un metodo più storicamente e intellettualmente conforme alla sua razza.

L’occidente, con quel po’ di bene filosofico lasciateci da tutti i maestri della Teosofia platonica, cristiana, ebraica e della rinascenza, invece di cercare la comune origine delle religioni e dei culti con i ravvicinamenti ispirati o no dell’Isis Unveiled, poteva spiegarsi la cabbala ebraica o la numerica pitagorica, innestata da trenta secoli nella letteratura europea e nelle religioni occidentali, senza il bisogno di una lingua nuova e di un culto esotico.

Il Papus, giovane e d'ingegno molto, capì che se per la razza angloamericana il teosofismo novello era un valore, per l’Europa continentale non poteva riuscire, come dottrina, che una pianta forestiera acclimatata per forza.

Seguì l'avvenimento della restaurazione del Martinismo a società iniziatica, perché il S. Martin fu l'ultimo teosofo puro e semplice dell'occidente classico; continuato fino all’abbate Constant (Levi) nelle opere cabalistiche dell’applicazione magica.

I teosofi potrebbero rispondere che lo studio del buddismo comprende le manifestazioni posteriori delle religioni occidentali — ma a questo si può contradire che se le forme religiose classiche nascondono tutte le stesse verità, basta lo studio di una sola per intenderle tutte; pero questa sola da preferirsi per la intelligenza delle cose, è la più conosciuta e la meglio innestata nello spirito o cervello delle razze.

Di qui la polemica si accentua nel metodo. La scuola teosofica si estende all'esposizione dottrinaria e l'occultismo occidentale riproduce la magia cerimoniale classica.

In Italia esistono teosofi e martinisti: ma io, se fossi italiano e non del Celeste Impero, sarei un iniziato italiano della scuola mista di Pitagorismo, Cabalismo ebraico, neoplatonismo e paganocristiano; perché da quanto ho potuto intendere studiando l'Italia contemporanea, mi pare che gli animi delle persone colte siano il frutto della coscienza filosoficoreligiosa di tutta la grandezza italica, dalla Magnagrecia a Numa, dall’Impero Romano a Dante, dalle Repubbliche a Leone X, dalle Accademie a Vico, a Gioberti, a Ferrari, e che tra la coscienza speculativa scientifica, della patria del Redi e della gloria del Cimento, la nevropatia nazionale nordamericana e inglese e la contemplativa degl'Italiani del sud grecoarabo, ci corre quanto tra un filosofo degli Stoi e un mercante manifatturiero di Glascow.

L'Occultismo francese, che si impernia al martinismo, in un mercato dottrinario tanto vasto come Parigi, con una lingua che è intesa eletta in tutto il mondo civile, ha preso il carattere spiccatissimo della tradizione cabbalistica occidentale e convive con la scuola teosofica che non pare aver raggiunto i pinnacoli della diffusione religiosa.

Ma in Italia i teosofi continuano la loro propaganda: vi è venuta la Annie Besant, e vi è un giornale di Teosofia diretto dal signor Decio Calvari.

La mia divisa, come giuramento che vorrei da ogni mio discepolo, come ciò che ho scritto sul frontespizio del Mondo Secreto, è che l'iniziato alla verità non deve essere settario. La verità è Una, come Dio, come l’universo. Chi la conosce deve inchinarsi innanzi a tutte le forme di culto della verità Unica: innanzi alla Croce o al serpente di Saturno che mangia la propria coda, innanzi alla sfinge o al tripode greco della Pitonessa Delfica e alla trimurti, l'Iniziato che sia veramente tale non dice che questo: Ti saluto, eterna polimorfa Verità, sei la stessa dovunque.

A questo punto, il lettore comprenderà che l'occultista iniziato, sia martinista o no, non può combattere la teosofia né le dottrine che i suoi scrittori vanno illustrando. Il metodo adoperato dalla teosofia per l’insegnamento della verità e delle pratiche da pervenire, non giudico, e vorrei che anche i teosofi non giudicassero il metodo degli occultisti né le loro pratiche.

 

II.

I Psichici

 

Dalle sublimi altezze della filosofia, piombiamo nella elementare e superba ignoranza di coloro che senza avere imparato pretendono di giudicare, avvinghiando la coda come Minosse.

Da Psiche, anima, si chiamavano Psichici i primi cristiani. Ora psichici o fautori degli studii psichici sono tutt'altra cosa.

Come i maccheroni di Calandrino rotolavano sulla montagna di formaggio grattugiato, così mi capita, per grazia, di Cibele, un po’ di prosa esplicativa del giornale di studii psichici di Torino che esce dalla questione bottegaia e mette così le questioni tra occultisti e psichisti.

Scrive l'autore della Storia dello Spiritismo.

Ogniqualvolta nasce una polemica fra psichisti e occultisti, gli argomenti che questi ultimi oppongono ai loro avversari sono essenzialmente due: 1.° che gli psichisti e spiritisti parlano d'Occultismo senza conoscerlo; 2.° che psichisti. spiritisti, occultisti, teosofi, ecc., sono altrettanti rami d'una sola famiglia e non debbono accapigliarsi fra loro.

Accapigliarsi no, ma fare comunanza anche meno. Per parte mia, una buona dose di volumi di Eliphas Levi, del Papus, del marchese di Guaita, del Plytoff, del Barlet, nonchè della Blawatsky, di miss Besant, con relativi organi dell’Initation, del Voile d'Isis, ecc., me li sono — ahimè — digeriti e me li digerisco, benché con qualche stento, quotidianamente: potrei quindi forse considerarmi quale un iniziato, se iniziato veramente è (come dovrebbe essere) chi studia, e non chi abbia ricevuto questo titolo da un Ordine qualsiasi, più o meno tenebroso e ridicolo.

Comincio da questo periodo per persuadermi che il signor De Vesme, pur leggendo ogni giorno Levi, Papus, Guaita, Plytoff, Barlet, Blawatsky, Besant, li digerisce peggio di quanto non vuol dare a vedere, per assoluta mancanza di acido peptico e di succhi assimilativi. Diversamente capirebbe che leggendo non si diventa un iniziato: leggendo si può diventare un’enciclopedia, un calendario per le fiere, una storia aneddotica, un dizionario infernale, un glossario tecnicooccultista e spiritista ma non un iniziato.

L'iniziato è colui che conosce non solo le teorie dell'occultismo; ma le pratica con successo, in via di diventare un maestro perfetto o adepto.

Io non discuto se un ordine può dare o no il titolo di iniziato, perché io parlo delle cose e non come gli ordini o le sette applicano le cose: questo è fuori tesi. Però non sarebbe ingiusto né biasimevole che in una scuola, ordine o chiesa in cui si facesse della pratica di occultismo, colui che perviene ad un certo grado possa essere con giustizia e criterio sano chiamato iniziato da compagni e maestri più avanzati di lui; nello stesso modo che nelle regie scuole non si chiama dottore in matematica chi ha letto i libri di matematica, ma colui che una commissione accademica o universitaria ha stimato tale. Ripeto, questo è fuori la nostra tesi e non mi riguarda. Mi preme però di far notare il fondamento molto traballante della logica di questi critici. Il signor de Vesme comincia a credersi un iniziato, quindi addentro a tutte le secrete cose, lui che definiva il Tetragrammaton «una ridevole caricatura»! E partendo da questo punto giudica ciò che gli altri hanno scritto in occultismo credendosi un maestro ed invece, fermandosi alle parole, ne scrive sotto l'impressione degli scritti letterati ed artistici o esclusivamente dialettici. Ma la questione cangia natura nella realtà, perché questo dotto uomo che digerisce male tanti libri di occultismo dovrebbe capire che ponendosi a tavolino e dissertando coi libri non si fa della magia e non si diventa mago, come studiando medicina venti anni senza mai visitare un ospedale non si diventa medico. Ma egli prosegue:

«Ma appunto perché conosco abbastanza le teorie magiche ed occultistiche, ho potuto comprendere perfettamente come, in mezzo ad alcune idee buone e giuste, che non mancano in nessuna Religione, in nessuna Filosofia, contengano tanto dogmatismo, tante dottrine avventate a sballate, da rendere necessario che sia ben segnata la differenza fra psichisti ed occultisti. Certo che lo sperimentalismo presta qualche punto di contatto fra gli psichisti da una parte e gli occultisti e teosofi dall'altra: certo che lo spiritualismo unisce occultisti, teosofi, spiritisti, cristiani, maomettani, ebrei e feticisti. Ma questi legami, che esistono — ripeto — fra tutte le idee, sono ben poca cosa, quando si prendano, per esempio, a fondamento del nostro ragionare le parole del Kremmerz, maestro di Magia, secondo il quale una Società di ricerche psichiche non serve, giacché non vi È niente da ricercare, ma ci e tutto da studiare e imparare nella Magia, che predica da secoli ciò che la gente che vuol parere profonda vuol mettere in... protocollo,

Invitate un fervente Cristiano a sperimentare con un medium per studiare, possibilmente, i misteri della vita futura. Vi risponderà: «A che sperimentare? Quello che cercate con tanta pena lo abbiamo già tutto nel Vangelo; quivi, nella parola del Cristo, è tutta la verità ». Un ebreo sostituirà al Vangelo l'Antico Testamento, a Cristo Mosè: un Musulmano vi sostituirà il Corano e Maometto, e così via; ma la risposta sarà pur sempre quella del dott. Kremmerz: «Non c'è bisogno di ricercare; la pappa è già bella e fatta in quei dati libri». Di queste risposte ne ebbi io d'innumerevoli e da Cattolici e da Protestanti e da Ebrei e da Occultisti e da Spiritisti Kardecisti della Scuola di Jackson Davis, ecc.

Il guaio si è che non possono avere tutti ragione, allegando testi che si contraddicono a vicenda. »

 

L’autore se parte dalla falsa premessa che gli occultisti avanzati nella pratica siano dei ricercatori delle verità occulte tal quale come i psichisti che cercano le leggi sperimentando, ha perfettamente ragione.

Viceversa rifaccia la via, e stabilisca con me degli assiomi:

1.° Che tutti gli uomini non sono sviluppati allo stesso grado;

2.° Che come nelle scienze profane cosi nelle occulte vi sono maestri e scolari;

3.° Che i maestri che sono arrivati a tale grado di sviluppo da intendere e spiegarsi tutte le leggi della natura visibile ed invisibile hanno e possono dare la chiave dei fenomeni palesi ed occulti insegnando la pratica della Magia.

Se ammette questi tre assiomi — come io per scienza e coscienza li ammetto — deve conchiudere che se un maestro di magia vuol fare una scuola non stabilisce un'accademia di giochi olimpici di spiritismo volgare o di tentativi psichici. Ma gli studii psichici in mancanza di meglio, devono essere incoraggiati perchè è lo psichismo sperimentale sempre una tentazione e una via per intravedere la verità di uno spirito delle cose e uno spirito dell'uomo capace di uno sviluppo potenziale inaudito.

Riconosco però che i psichici increduli, non si sentono in vena di accettare i tre assiomi proposti: perché ogni psichista si crede arrivato (individualmente) all'altezza di giudicare ogni fenomeno; quindi non ammette maestri e tanto meno che possano esistere uomini dotati delle virtù di chiaroveggenza e di donarle a quelli che ne sono meritevoli... perché partono dalla seconda promessa falsa che l'uomo capace di chiaroveggenza prodigiosa non si rintanerebbe in un eremo e non si priverebbe degli applausi dei gazzettieri. Ma gli psichisti arditi potrebbero pescare qualcuno di costoro, anche nei loro eremitaggi e farebbero certamente il migliore esperimento psichico convertendosi.

Il cristiano vi dirà che tutto è nel Vangelo; un Ebreo vi dirà che tutto è nell'antico testamento, ma il dott. Kremmerz non vi dirà che la pappa è bella e fatta nei libri, ma che se avete volontà di apprendere, vedendo, sentendo, provando, non avete che a praticare ciò che lui vi stampa, tacendo e praticando senza interrompere, vedrete: APRIRVI INNANZI AGLI OCCHI IL LIBRO ETERNO DI CUI LA bibbia, I veda, IL vangelo, IL corano NON SONO CHE PAGINE.

I psichisti prendono l'occultismo come uno " sport " da illusi o da cerretani e sbagliano. Un illustre medico italiano, a Roma, una sera parlava degli spiritisti e degli occultisti come matti da legare. Lo rividi poco tempo dopo in ferrovia e gli domandai perché avesse tanto in avversione gli occultisti.

— Perché non vi credo.

— Ma provate per lo meno a leggere.

— Perderei la testa...

— E se io vi dessi una piccola pratica da fare?

— La farei per curiosità.

Gli mantenni la promessa e gli mandai una pratica da eseguire. Mi scrisse dopo un mese, testualmente cosi:

Per seguire la vostra pratica di magia ho un ammanco di duemila lire sui miei introiti mensili! ecco il vostro miracolo!

Sarebbe stato uno "sport" veramente degno dell'attenzione dell'illustre uomo se il dott. Kremmerz gli avesse regalato un terno a lotto!

E il nostro autore conclude:

Voi dunque, signori Occultisti, vi avvicinate bensì, nel metodo, alle altre Religioni fondate su rivelazioni e dogmi, ma siete le mille miglia lontani dagli psichisti e da quelli Spiritisti che chiamerei seguaci dello spiritualismo sperimentale, che, cioè, non credono se non quello che può direttamente e ragionevolmente dedursi dallo esperimento. Questi «psichisti», questi «spiritualisti sperimentali», se hanno una colleganza di sistema, l'hanno piuttosto coi materialisti che non siano tali a priori, ma soltanto perché dallo sperimentalismo trassero diverse conclusioni, ovvero perché loro mancò l'occasione di assistere ad alcuni fenomeni.

Soltanto NELL’ESPERIMENTO È LA SCIENZA, E FUORI DELLA SCIENZA NON VI HANNO CHE TENEBRE E DOGMI DAI PIEDI D'ARGILLA.

Avrò IN BREVE OCCASIONE DI SVOLGERE MEGLIO IL PENSIER MIO, CHE DIFFICILMENTE PUÒ ACCOGLIERSI COSÌ IN POCHE PAROLE.

Che belle parole.

Soltanto nell'esperimento è la scienza!

Ma di quale esperimento intende parlare il De Vesme che ha letto tanti libri? Non gli parlo degli esperimenti che io propongo, non pretendo l'onore di uno scolare e della sua valentia, ma lui che ha letto il Levi, cominci per esempio a praticare e ad esperimentare le evocazioni degli spiriti elementari.

È o no un esperimento?

Se lo è, vi cerchi la scienza praticandolo. Ma non predichi la necessità di sperimentare ed invece, nei fatti, crede d’iniziarsi leggendo e fantasticando se è o non è un perfetto conoscitore delle occulte cose.

Così ragionano i psichisti degli occultisti — ingannando se stessi e gli altri sul nostro conto. Un occultista che operi passa venti anni in tentativi ed esperimenti, si ammaestra lavorando, progredisce e arriva dove può arrivare: indi si imbatte in un giovane di farmacia e costui gli dice: — i libri ti hanno alterato il cervelletto, noi siamo quel che siamo, perché sperimentiamo e tocchiamo con mano..... i libri che gli altri hanno stampato!

Senta a me l’autore della Storia dello Spiritismo, pratichi e diventi veramente un iniziato — allora sarà convinto che se tutta la vita nell'uomo e nella natura è esperienza, non sono gli occultisti quelli che la negano.

 

 

III.

Gli Spiritisti Kardechisti

 

Eccomi innanzi al tribunale delle tavole giranti e delle anime pietose dei morti.

Quando gli Spiritisti Kardechisti sentono parlare degli occultisti sono presi dal mal di mare.

Gli spiritisti in genere e gli spiritisti kardechisti in ispecie: due schiere agguerrite che si armano contro l'occultismo con una ferocia di campanile, originata semplicemente o dal troppo amore che prendono alla causa da essi difesa o dalla ignoranza che hanno delle nostre dottrine.

Avviene delle idee come delle donne: alcuni amano tanto esageratamente una donna che ogni giudizio emesso sul suo conto, assume le inqualificabili parvenze di un oltraggio. Questo amore senza confine, senza ragione, senza rettitudine, genera il fanatismo, uno dei furori bellici meglio conosciuti nella storia delle religioni, dei rinnovamenti politici, delle rivoluzioni e delle apostasie scientifiche — fanatismo bellico che si muta in fanatismo letterario (bellico letterario cioè polemico) e gonfia e imbroglia le idee delle teste semplici che finiscono o miscredenti o bigotte del più volgare bigottismo.

Parlo degli spiritisti così detti scientifici. Costoro non sono come i lettori degli scritti del signor Kardec, credenti puri e semplici: sono delle persone che non avendo intero il coraggio di gridare: io credo, vogliono giustificare la loro fede con un preteso controllo scientifico che aggiunge molta salsa alla broda medianica, ma nulla più.

Costoro ordinariamente non vanno d’accordo coi Kardeisti: anzi trattano questi da creduloni, ma si trovano d'accordo coi Kardeisti quando devono tirare a palle infuocate contro l'occultismo unico corpo di dottrine che resiste a tutte le critiche, a tutti gli attacchi e perfino alla corrosione del tempo che dopo trenta secoli dal periodo caldaico e persiano ritrova vero, eterno, immutabile lo stesso simbolo esprimente la stessa verità.

Qui il lettore è pregato di considerare che nessun difensore dell’occultismo è stato un fanatico; neanche il dott. Fausto, nel sogno artistico di Goethe, dimentica che Mefistofele ha tanto sale in zucca ed è tanto freddo consideratore degli uomini e delle loro debolezze che non lo vede giammai eloquente avvocato della causa della realtà: la quale ha tanti incanti naturali che fa a meno di riscaldare dei ciceroni d’occasione. Cosi vorrei far capire e inchiodare nella mente dei signori che mi leggono e che non sono a priori pronti a convertirsi, che io non intendo di difendere la causa della Verità occulta con l’apostolato della penna, ma desidero che le questioni relative alla forza occulta di cui le scienze profane si occupano come chiusura di questo secolo, siano posti nei veri termini, tal, quali le pone a se dinanzi la sapienza dei Magi antichi, perpetuata nei simboli e nelle religioni, e lette nelle formole esoteriche e nei caratteri mistici da tutti gli illuminati di tutte lo epoche nello stesso concorde modo.

Eccoci ora innanzi a ciò che gli spiritisti dicono dell’occultismo, e vediamo se hanno ragione.

 

1.° accusa.

L'occultismo è settario e tenebroso.

Questo è falso.

L’occultismo è scienza assoluta, come scienza non può essere settaria. È la filosofia di tutte le religioni, quindi non ha neanche la forma spiccata di una religione. Come pratica è una graduale educazione individuale, agente sul fattore materiale visibile (corpo fisico) e sul fattore psichico (mentalità) dello studioso — e non può neanche da questa parte essere considerato come una setta, perché ha per scopo pratico di sviluppare l'io dell’individuo, renderlo libero da ogni illusione, legame o catena del mondo.

Gli spiritisti, come i teosofi, imbrogliano l’occultismo nella ingiustificata antipatia loro contro il Martinismo, di cui ho discorso innanzi; fingendo di confondere la scienza con una società occulta. Se un uomo venisse domani a dire che l'Ipnotismo è una setta dell’università di Parigi fondata dallo Charcot e continuata dai suoi discepoli, farebbe ridere anche ai galli d'India della Turchia Europea; perché qualunque ignorante circasso risponderebbe: lIpnotismo è uno studio speciale scientifico che vive indipendentemente dalla scuola di Charcot, come studiavasi prima di lui con altro nome.

Tanto questo è vero che il signor Bornia, in uno scritto sugli esoteristi, pubblicato nel Mondo Secreto, (anno II) ha parlato di molte società segrete che si occupano di occultismo; dunque l'occultismo non è patrimonio di una sola setta e quindi non è una setta. Se questo non basta, prendiamo dei nomi: di occultismo sono riconosciuti maestri classici il Lullo, il Tritemio, il Paracelso. Ci saprebbero dire lor signori a quale setta appartennero? Nell'epoca contemporanea a noi è vero che il martinismo si occupa di scienze occulte, ma non per questo il martinismo si è eretto a supremo pontificato dell'occultismo e anche gli scrittori della rivista loro in Francia, godono di tale libertà di esporre e cementare le dottrine occulte che neanche nelle accademie arcadiche si vide maggiore indipendenza.

Dunque l'occultismo non è settario ma scienza a se e chiave di ogni scienza e il martinismo ne è una scuola autorevole come teosofia e pratica.

 

2.° accusa.

L’occultismo è difficile ed intrigato come dottrina ed inacessibile alle menti semplici.

 

Anche questo è essenzialmente falso.

Se dicessi: le scienze matematiche sono difficcilissime, hanno bisogno di menti sviluppate e di uomini pazienti ed è meglio non studiarle, io direi una grande asineria. Perché le matematiche comprendono tutti i calcoli dall’abbaco alla trigonometria sferica, dall’algebra alla valutazione integrale. Ora se è vero che non tutti siano e riescano dei Laplace e dei Newton, è anche certissimo che un po’ di aritmetica la sanno tutti.

Chiaro è che l'Occultismo non può essere la sola aritmetica della scienza, visto e considerato che la si presenta come scienza assoluta e ragione universale; ma non perché voi non giungiate ad essere un sommo matematico vuol significare che dobbiamo ignorare le quattro operazioni dell'abbaco.

L'alta magia, lo studio profondo della Cabbala, l'Astrologia domandano in olocausto la vita, il tempo, le abitudini, le affezioni di tutti gli uomini che vogliono interrogarle e conquistarle, ma lo studio dei principii generali delle scienze occulte, le prime operazioni di esse, il sistema invocativo per esempio per mezzo della preghiera, non è punto una cosa difficile.

Nelle società di Rito Egizio (un rito cui io appartengo) gli affiliati danno preghiere, caratteri e segni a tutte le persone di famiglia, ai conoscenti, ed agli amici; e dispensano per mezzo di questo metodo il benessere attorno ad essi e fanno del grande bene a tante anime.

È una cosa facile, semplice, onesta, gentile una pratica psichica come questa che vale la verità, e ciò che il fenomeno dei tavoli saltellanti non è.

Appena qualcuno si avanza, con quelle pratiche comincia ad avere sogni lucidi e profetici... e senza aver niente letto, né protocollato, né discusso con testimonianze di persone, con una semplice ed onesta pratica si trova in piena e reale comunicazione con le intelligenze extraumane — e protocolla i suoi fenomeni ogni giorno, ogni ora, ogni istante e dirà, senza spiritismo scientifico e senza scricchiolio di tavola, Dio È.

Io tengo a dimostrare questo che dura in ogni accusa contro l’occultismo, la malafede di ignorarlo non solo, ma di abusare dell’ignoranza degli altri.

D'altronde senza essere ascritto a nessuna setta, tutti possono pregare che il bene trionfi sul male, e che la luce e la verità trionfi della menzogna — e l’occultismo è verità perdio è ragione e scienza.

Quando in Italia sulla Scena Illustrata sì legge una delle solite comunicazioni di oltre tomba presa dal libro della Noeggerath, in cui lo spirito di Cagliostro pensa tal quale come l’autrice più o meno kardekiana del libro la Survie, si diffonde l'errore che i libri del signor Kardec non solo hanno convertito i vivi ma anche i morti di un secolo fa! — Mentre l'occultismo ammette un Unico fattore, una Unica legge, una Unica perfetta sintesi, di cui tutti gli avvenimenti della storia non sono che esplicazioni e forme diverse della sua provvidenza unica.

 

3.° accusa.

L'occultismo non crede alla conservazione dell'individualità nello spirito dei morti

— ma invece che muore il perispirito e lo spirito individuale si riunisce allo spirito dell'universo.

 

Potrei rispondere a tale accusa che i Kardechisti alla continuità dell'individuo dopo morto non ci credono affatto: perché un individuo che si chiama Paolo, morto resta secondo essi lo spirito di Paolo.

Rinasce alla vita; ha dimenticato ciò che fu, quindi ha dimenticato la sua individualità precedente — egli non è più Paolo e diventa

Nicolò... dunque ha perduto la coscienza della prima individualità per una seconda.

Così di seguito, mentre l'occultismo è tanto chiaro, tanto esplicito, che io non comprendo come si possa essere di buona fede dicendo il contrario: cito Eliphas Levi, uno degli autori che alla Rivista degli studii Psichici di Torino, si leggono ogni giorno: chi non capisce queste poche righe significa che non le vuol capire.

Dunque il Levi scrive: « gli SPIRITI SONO DELLE INTELLIGENZE SECONDARIE O CREATE. sono DI TRE SPECIE, FISSI, ERRANTI E MISTI.

I FISSI SONO SPIRITI PURI, EMANCIPATI DALLE LEGGI CHE REGGONO LA MATERIA.

gli ERRANTI SONO QUELLI CHE ONDEGGIANO NELLA LUCE ASTRALE. I MISTI SONO DEGLI ERRANTI CHE LAVORANO E SONO PERVENUTI A FISSARSI IN PARTE.

tra I FISSI SI POSSONO DISTINGUERE I PURISSIMI, I PIU' PURI E I PURI.

tra I MISTI, I DOMINANTI, I DOMINATI E I MILITANTI.

tra GLI ERRANTI, I CONDUTTORI, GLI INCOSTANTI E GLI ATTRATTI.

I FISSI SONO GLI ANGELI.

I MISTI SONO GLI UOMINI INTELLIGENTI.

GLI ERRANTI SONO GLI UOMINIBESTIE. ». Fin qui il Levi.

Dunque la teoria è esplicita. Si comincia da uominibestie e si finisce a spiriti fìssi o angeli.

Quanti milioni di anni occorrono per l'evoluzione completa di un anima che dal primo scalino della intelligenza giunga alla purità ultima, non credo che sia utile di calcolare — diversamente con buona pace dei kardechisti teneri dell’Io individuo costante verrebbe voglia di esclamare:

ma non sarebbe meglio di finirla più presto?

Il Nirvana é della tradizione orientale e significa uno stato di estasi dello spirito umano in cui si irradia della luce divina e si fonde con essa. I teosofi si sforzano a far capire che il Nirvana non è il nulla, e gli spiritisti non sentono con questo orecchio; ma ciò non ci riguarda perché noi seguiamo l’insegnamento occidentale in cui le idee sono più comprensive perché il cristianesimo le ha divulgate in diciannove secoli di religione classica, resa maccheronica dalla supina ignoranza dei presbiteri.

Le anime del Purgatorio sono appunto le anime erranti e le miste cui accenna il Levi, prima di arrivare in Paradiso — e le preghiere alle anime dei morti che stanno in Purgatorio formano lo spiritismo del cattolicesimo, senza l'invocazione loro ad apparire.

 

4.° accusa.

L’occultismo non ammette le comunicazioni tra i vivi e le anime dei morti.

 

Altra calunnia! Tutti sanno che la Necromanzia era parte delle iniziazioni antiche per evocare i morti.

Se la Necromazia esiste segno è che l'Occultismo ammette la possibilità di comunicare colle anime dei morti.

Quello che l’Occultismo non ammette è che ogni brava persona più o meno sensibile e più o meno media possa conversare quando le pare e piace per mezzo di un tavolino o di una penna con l’anima del fratello, della mamma, del suocero e perfino della suocera passata all’altro mondo.

Invece insegna e prova e fa provare che:

1.° Le evocazioni spiritiche coi tavolini e con le penne ORDINARIAMENTE non sono che fenomeni attribuibili alla esaltazione psichica dei medii che incarnano evocazioni di idee dei morti, tal quale Novelli o Coquelin incarnano i personaggi storici sulle scene, e tal quale un poeta o un romanziere fa parlare i suoi personaggi mettendosi al loro posto.

2.° Che si può in certe congiunture comunicare coi morti per lo speciale sviluppo del loro spirito e per le condizioni loro atte a manifestarsi.

3.° Che molte volte invocando le anime dei morti si evocano le carogne dell'astrale, gli spiriti elementari o demoni erranti inferiori all’uomo e si rischia una ossessione.

4.° che CHI AMA VERAMENTE UNA PERSONA MORTA A QUESTO MONDO DEVE PREGARE PER ESSA DIO E GLI SPIRITI PURISSIMI, PERCHÈ L'AIUTINO NELLA NUOVA VITA, PERÒ NON DEVONO EVOCARNE LO SPIRITO — PERCHÈ LO SPIRITO DEI MORTI TENDE AD ALLONTANARSI DALLA TERRA E PURIFICARSI, (evoluzione) MENTRE LA SUA EVOCAZIONE È L’ATTO DI ATTIRARLA NEL FANGO DA CUI si vuole emancipare (involuzione).

Per essere in relazione con gli spiriti dei morti di un certo sviluppo, e neanche di tutti, bisogna che l'iniziato sia di tale una chiaroveggenza da visitar lui il regno dei cieli delle anime; ma questi (almeno i conosciuti) sono rari come le mosche bianche. Lo Swederborg ne fu uno in Europa.

Se poi pretendete che l'occultismo creda che gli spiriti dei morti son proprio quelli che parlano dai tavolini e tutti i medii ne possono evocare a loro beneplacito impugnando la penna come nuova bacchetta necromantica, è lo stesso che pretendere dal Prof. Cesare Lombroso la confessione che i pazzi son finiti nel mondo!

 

V.

Concludiamo

 

Domando ora il permesso di definire l’Occultismo nella forma sua più semplice.

È, come scienza delle scienze, la filosofia di tutti i culti, di tutte le religioni e di tutte le forze.

È, come matematica dell’invisibile, la legge delle cause e degli effetti, nel mondo archetipo o ideale e nella vita delle cose e degli uomini.

È, come pratica, lo spiritismo più sublime e più ragionevole, perché unisce l'iniziato all’UNICO fattore delle cose, elevandolo al contatto perpetuo degli spiriti puri, e impedendo che egli cada nel vortice delle anime immerse nell’astrale. Inoltre:

Come scienza è degno delle menti più profonde;

Come matematica dell'invisibile è l'esperimento che conviene a tutti i progrediti.

Come pratica è accessibile a tutte le anime semplici, buone, volenterose e costanti.

Un giorno una gentildonna, seguace di Kardec, mi rimproverò gentilmente che il darsi all’occultismo valeva rinunziare al cuore — perché si perde la convinzione di star vicini a un congiunto sparito, e i morti non s’amano più.

— Come v’ingannate, o signora, sul conto del mio apostolato: io voglio che amiate gli angeli quando voi vi ostinate ad evocare i residui eterei del congiunto morto alla terra. Se il vostro congiunto era un angelo, cioè uno spirito puro, e vi amava come amano gli angeli, cioè gli spiriti puri, oltre la soglia del mondo invisibile può continuare ad essere per voi amore e luce.

Le spiegai allora perché Mosè dichiara impuro il Levita che ha toccato il cadavere di un uomo o di una bestia.

— Ebbene i cadaveri dell’astrale sono impuri, e portano con sè i germi delle più terribili psicopatie — solo gli spiriti fissi, gli arcangeli e le coorti dei puri arrecano scienza, virtù, carità e bene; se il chiamarli arcangeli non vi suona grato, chiamateli spinti purificati o purissimi e vi troverete nella verità.

La signora è convertita — cosi voglia l'Olimpo Orfico che io converta gli animi gentili e le menti elette e ardite, che amano la scienza per la scienza, il bene per il bene, e la verità di sopra a tutte le cose, visibili ed invisibili, note ed ignote.

GIULIANO KREMMERZ

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